Eleonora-Mannai

La mia storia

Eleonora classe 1995

Provengo da una famiglia che mi ha trasmesso valori forti, valori inossidabili anche di fronte ad una realtà che sembra averli dimenticati e tengo moltissimo a mantenerli vivi nella mia realtà privata e professionale: l’onestà e l’integrità morale sono aspetti che mi caratterizzano, sono un libro aperto, non mi nascondo con la falsità dei photoshop o delle ‘perlinature’ ingannevoli: sono vera, sincera e autentica e non intendo cambiare! Sono nata rivoluzionaria, magari anche un po’ particolare.

Scrivevo diari segreti, che però potevano leggere tutti.

A 5 anni avevo un amico immaginario e, sono sincera, vorrei che fosse ancora con me.

Stavo ore e ore in giardino sotto lo scivolo rosso a dondolarmi i dentini da latte perché amavo la fata dei denti.

A 8 anni ho visto Babbo Natale scendere dal balcone e, anche se nessuno mi credeva: io ne ero sicura e un po’ lo sono ancora.

Il mio percorso

A 8 anni ho visto Babbo Natale scendere dal balcone e, anche se nessuno mi credeva: io ne ero sicura e un po’ lo sono ancora.

A 12 anni mi sono sentita crescere in fretta per l’arrivo di mia sorella e avevo una grossa responsabilità. Fare la figlia maggiore e dare l’esempio mi ha creato un po’ di sofferenza.

A 15 anni i miei coetanei iniziavano a fumare, io scrivevo in forma anonima su un blog e facevo parodie che condividevo su Facebook e ricevevano centinaia di apprezzamenti.

Non mi Sono mai vergognata di niente.

A 16 anni avevo fatto chiamare un ragazzino di quinta dalla bidella, solo per dirgli che mi piaceva; spero di non incontrarlo mai più per il resto della mia vita: che figura di M.!

A 17 anni avevo uno stile tutto mio. Inutile dirvi che le Superga verde pisello non le aveva apprezzate nessuno. Mi ricordo ancora quando la prof di italiano mi chiese di andare a consegnare delle fotocopie in segreteria durante la lezione, non potrò mai dimenticare l’immagine di me che scendevo le scale tutta fiera, mentre un gruppo di ragazzine (sicuramente invidiose e dai cervelli poco elastici) mi avevano derisa per almeno 15 minuti.

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Posso essere sincera? Non me ne sono mai interessata, perché la cosa mi ha lasciata del tutto indifferente, ho sempre pensato che essere sé stesse sia un punto di forza nella vita.

Non so dove trovassi la forza di fregarmene fottutamente del parere degli altri, fatto sta che oggi parlo con 26 mila persone su un social network e mostro ogni mio lato. Questo però l’ho realizzato recentemente, prima non sapevo quanto mi potessi voler bene.  Nonostante fossi brava a rapportarmi con gli altri, gli anni della mia adolescenza sono stati altalenanti. Ad oggi penso che sapersi rapportare non basti per creare legami solidi, infatti all’amicizia credo poco, purtroppo.

A 15, 16, 17, 18 anni però no, ci credevo molto e mi fidavo sempre di chi mi mostrava affetto.

Cadevo e poi mi rialzavo. In cuor mio sapevo di dovermi un po’ arrangiare, ma l’idea di sentirmi in un ‘gruppo’, stile sleepover club, mi faceva sentire appagata.

Anche se… non lo ero affatto.

Grazie al cielo, nonostante tutto, me la sono sempre cavata, non cadendo in tranelli squallidi che avrebbero potuto davvero farmi davvero toccare il fondo.

Col tempo ho capito che le amiche non ti chiamano solo per andare in discoteca.

Da un anno COMBATTO con problemi di salute che riguardano noi donne ed urlo al mondo il mio dolore, cercando di far capire a chi ha vissuto la mia stessa esperienza che non deve farsene una colpa, che le cose accadono e riuscire ad accettarle, elaborarle e lasciarle andare con consapevolezza, determina ciò che noi siamo, determina la nostra forza, ma soprattutto vorrei trasmettere a tutte, che subire certe lacerazioni non deve essere considerato UN TABÙ e che, anzi, certe prove della vita sono sempre occasioni di crescita e che dopo una terribile tempesta tornerà l’arcobaleno.

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